consigliFilmSceneggiaturaUncategorizedthe playwright's manifesto

Consiglio di lettura | un manifesto per le drammaturgie del futuro

In questo breve articolo ti consiglio un manuale di drammaturgia che ho recentemente letto e che ho trovato particolarmente interessante.

Vi ho mai detto quanto mi piace passare il tempo a spulciare manuali di drammaturgia della più disparata provenienza? Risposta: TANTISSIMOOOO. Sono sempre alla ricerca di spunti preziosi e di illuminanti intuizioni che questi testi di scrittura teatrale custodiscono al loro interno.

È una passione decisamente monotematica, estremamente selettiva e della quale trovo infime opportunità per poterne parlare con qualcuno senza generare in lui o in lei un senso evidente di noia+pietà nei miei confronti.

Per questo mi ritrovo qui a scrivere questo articolo… ci sarà qualcuno la fuori che condivide con me questa passione? Ma mi va bene anche qualche chatbot programmato per darmi un briciolo di attenzione con un commento che mi rimanda a una pagina scritta in cirillico che vende medicinali per uomini in crisi di mezza età. True story.

Insomma in una delle mie sessioni di deep search drammaturgico sono incappato in questo titolo: “The playwright’s manifesto | How you can be the future of playwriting” di Paul Sirett pubblicato da Bloomsbury Publishing PLC (2022).

Era il classico libro che non avrei mai acquistato: circa 300 pagine in lingua inglese, costo quasi 30 iuri, un titolo talmente sfacciato (“Come puoi essere il futuro della drammaturgia) che mi faceva corrugare la fronte in modo evidentemente cinico. Un possibile fuffa anglofona a 0,10€ per pagina.

C’erano troppi motivi per NON comprarlo. Per questo l’ho SUBITO comprato. E con entusiasmo direi!

La lettura mi ha impegnato per circa una ventina di giorni durante i quali questo “manifesto” è riuscito davvero a conquistarmi. Paul Sirett ha realizzato questo manuale suddiviso in tre parti e in 19 capitoli con l’intento di fornire una prospettiva non determinista bensì aperta e “originaria” sulla drammaturgia.

Nelle sue pagine non si trovano dogmi, formule magiche o istruzioni metodiche: i vari capitoli sembrano più una ricerca alle fondamenta del concetto di teatralità e di ciò che è teatrale in teatro, incrociando informazioni che provengono dal mondo classico, dalla tradizione elisabettiana e dalla pratica di ogni giorno (secondo la prospettiva di un professionista che collabora con Royal Academy of Dramatic Art, National Theatre, Royal Shakespeare Company, Soho Theatre).

“The playwright’s manifesto” è un libro eclettico e ispirato che introduce all’interno delle questioni legate alla drammaturgia degli argomenti freschi e importanti che vanno al di là dei classici conflitto-struttura-tema come ad esempio:

  • pratica della scrittura e cura della salute mentale
  • diversi livelli di accessibilità dell’opera teatrale
  • suggerimenti cocreti su metodi di collaborazione
  • informazioni per rendere le proprie ambizioni come scrittori un vero e proprio mestiere.

Ho trovato inoltre molto interessante l’approfondimento, nella sezione dedicata al teatro musicale, incentrato sulle differenti relazioni tra autore-librettista-compositore.

Insomma… una piacevole e importante lettura, che ha saputo motivare il mio animo e dare nuove prospettive a vecchi sentieri anche grazie a una grande quantità di riferimenti bibliografici legati a nuove produzioni teatrali.

Reverse the paradigm: think about how the form of your play can tell your story rather than the content. (Dal paragrafo “Let form tell the story” del capitolo “Dramatic structure is not a scientific law”)

Our words are written to be spoken – it is the spoken word we need to pay attention to, not the prettiness o realness of the word on the page. (dal paragrafo “Greek and Roman drama” del capitolo “You are a dramatic poet”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post