FilmSceneggiaturayannick commento al film

Yannick | in equilibrio tra sceneggiatura e drammaturgia

In questo articolo propongo una breve riflessione sulle differenze tra sceneggiatura e drammaturgia a partire dall’analisi film Yannick di Quentin Dupieux (2023).

Qualche giorno fa sono andato al cinema. Un notiziona per me, non ho sempre tutto il tempo che vorrei per un rendez-vous con il grande schermo. Ma ce l’ho fatta: inizio del film ore 19:00, così ho potuto cenare al mio orario ideale: le 18:30. True story.

“Purtroppo dura solo un’oretta” sembra scusarsi il responsabile della biglietteria. “Si tratta di un film molto teatrale. A metà strada tra il cinema e il teatro. Per palati un po’ difficili.” Entrambe le informazioni sono esaltanti per me, ma cerco di non comunicare il mio entusiasmo al responsabile. Anzi faccio un’espressione dispiaciuta: “Vorrà dire che alle 20:30 sarò già a casa… e in pigiama”. Wonderland.

Il film si intitola Yannick – la rivincita dello spettatore del regista francese Quentin Dupieux.

L’azione è ambientata in un piccolo teatro parigino dove si sta svolgendo una (greve) commedia teatrale dal titolo “Il cornuto”.

Sul palco in legno del piccolo teatro all’italiana tre attori, marito-moglie-amante, sono al centro di un tormentato triangolo amoroso. La scena è ambientata nella modesta cucina della coppia marito-moglie. Anche l’amante è presente, ma ad inizio film, si trova nel bagno (posto fuori scena) per dei problemi intestinali.

La commedia si incentra su istinti sessuali e movimenti intestinali. Greve, dicevo sopra.

A un certo punto della rappresentazione teatrale tra il pubblico si alza uno spettatore, Yannick, che interrompe gli attori per lamentarsi del fatto che la commedia è scadente e che quello spettacolo, invece di distrarlo dalla propria tristezza quotidiana, lo sta deprimendo ancora di più.

“Inoltre ho pagato un biglietto. Mi merito di più.”

Gli attori vorrebbero riprendere dal punto in cui sono stati interrotti, ma Yannick prende in ostaggio gli attori e il pubblico, perché pretende che le sue istanze vengano ascoltate e che si faccia qualcosa di diverso, più conforme alle proprie necessità.

Non svelo oltre, nella trama. Vi consiglio vivamente di vedere questo film, un vero capolavoro di rimandi, allusioni, metafore, … della società contemporanea, delle sue devianze e peculiarità negli aspetti della partecipazione democratica, della spettacolarizzazione della vita privata e della tolleranza di pensiero.

Il film è anche un’ottima occasione per riflettere sulle differenze tra drammaturgia e sceneggiatura.

In effetti durante la visione ho pensato quasi sempre a questo aspetto 😉

In realtà affronto questo tema in modo dettagliato già in un altro articolo, ma Yannick ha riacceso la fiamma di questo argomento, per questo vorrei proporvi i miei appunti.

Partiamo dalle basi:

  • la drammaturgia è la scrittura per teatro
  • la sceneggiatura è la scrittura per video

Poche certezze, ma solide. Drammaturgia e sceneggiatura vicine di casa, ma non sono la stessa persona, seppur si assomiglino sotto molti aspetti. Usano linguaggi simili, frequentano posti simili e attraggono persone simili. Ma non sono la stessa persona, ok?

Qui riporto ciò che secondo me emerge dal film, per ogni approfondimento recuperate l’articolo dedicato a questo argomento pubblicato sempre sul mio sito:

– Yannick, il film, ci illude di star assistendo ad uno spettacolo teatrale, quando in realtà stiamo vedendo un film. Questo lo si nota nei cambi di prospettiva. Il film (e la sceneggiatura) propone un continuo spostamento del punto di visione (banalmente dove è posizionata la camera da presa o dove si trovano i personaggi), mentre il pubblico durante uno spettacolo teatrale mantiene costantemente la stessa distanza visiva con la scena. Anzi nel film (come nella vita) il pubblico è costretto a rimanere al proprio posto ostaggio di Yannick o dello spettacolo al quale stanno assistendo. La relazione visiva platea-schermo è differente dalla relazione platea-palco.

– Ho visto Yannick, non ho assistito al film Yannick. Infatti Yannick è un film e io un film lo vedo. Ho visto Yannick, ma uno spettacolo teatrale io non lo vedo. Ad uno spettacolo teatrale io assisto. Io non ho assistito, non ero presente, durante l’azione di disturbo di Yannick. Io non ero in quel teatro, ho semplicemente visto cosa è accaduto in quel teatro in una sintesi filmica.

– C’è una differenza abissale tra il tempo del film, il tempo narrato all’interno de film (la sceneggiatura) e il tempo dello spettacolo teatrale rappresentato all’interno del film (la drammaturgia). Il film è durato un’ora circa, è stato breve, come sosteneva il bigliettaio. Ma in quell’ora ha narrato un’azione che si è svolta durante una lunga notte nella quale Yannick ha preso in ostaggio un intero teatro. Yannick, il personaggio, però stava assistendo ad uno spettacolo che pareva svolgersi in tempo reale, nel quale 5 minuti sul palco coincidevano a 5 minuti nella realtà del pubblico (e nella realtà della platea che assisteva al film). Avere presente che esistono tempi diversi che si muovono in modo diverso è fondamentale per capire la relazione con il tempo emotivo del pubblico. Il che mi rimanda al seguente punto.

– Ho percepito una differenza importante tra il ritmo dello spettacolo teatrale che viene riproposto all’interno del film e il ritmo generale del film. Sarà che vedere il teatro sullo schermo equivale a uccidere totalmente il senso di una rappresentazione teatrale, ma lo spettacolo teatrale mi è parso molto molto molto lento. Mentre il film mi è sembrato incalzante e scorrevole, leggero. Qui si presenta uno strano paradosso: il momento teatrale, che doveva essere una commedia, mi è parso lento e poco coinvolgente a livello emotivo, mentre l’azione filmica che si estendeva per più tempo che doveva essere drammatica, mi è parsa leggera, gradevole. Vedere la rappresentazione teatrale riproposta sullo schermo mi è parso limitante, quasi un errore di linguaggio. Mi è parso come qualcosa di lontano, di vecchio, di inutile… ommioddio! Ci arrivo adesso, mi ha fatto sentire come Yannick!!!

In conclusione: se amate il cinema e il teatro. Se amate andare a letto presto e cenare ad orari tedeschi (o modalità bimbo). Se vi piacciono le commedie amare ricche di richiami metaforici, Yannick fa proprio per voi! Trust me 🙂

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