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Spunti drammaturgici | chiediglielo al pubblico

In questo articolo propongo uno spunto drammaturgico a partire di “Ask me anything” drammaturgia per giovani 14-18 a cura di The Paper Birds.

Questo articolo avrebbe potuto anche intitolarsi “Un’idea pazzesca che se avessi avuto io passerei le giornate a vantarmene!”. Proprio così.

Nel 2020 la casa editrice Oberon Modern Plays pubblica il testo teatrale “Ask me anything” del collettivo inglese The Paper Birds. Si tratta di un testo teatrale che vi consiglio di leggere in quanto l’ho trovato davvero unico nel suo genere.

L’intero progetto “Ask me anything” è strutturato attorno all’interazione tra compagnia teatrale e pubblico di riferimento ovvero adolescenti dai 14 ai 18 anni. Tale interazione non avviene direttamente sul palco (come una sorta di teatro interattivo) bensì nelle fasi di ideazione della performance, si tratta quindi di un vero e proprio spunto drammaturgico/produttivo più che di una tecnica legata alla performance.

The Paper Birds è un collettivo teatrale che si occupa di allestire spettacoli che mettono in discussione il presente (affermano di avere degli obiettivi politici e sociali) e sperimentare nuove forme di scrittura.

All’epoca collettivo voleva costruire uno spettacolo per adolescenti che mettesse in scena quello che gli adolescenti realmente pensano, ma che spesso non hanno il coraggio di chiedere. Le artiste coinvolte nell’ideazione volevano ricreare una situazione simile a quella delle riviste per ragazze e ragazzi degli anni ’90, dove erano presenti delle rubriche che avevano proprio la funzione di dare voce a una generazione attraverso domande dirette che i giovani facevano alle redazioni.

Per raccogliere gli spunti attraverso i quali costruire la propria azione scenica la compagnia ha inviato una lettera aperta ai giovani collegati con il proprio network che recitava più o meno così: “Cari giovani, avete mai avuto delle delle domande che non avete avuto il coraggio di esprimere? Cosa non comprendete? Cosa vi preoccupa?”

La lettera poi continuava spiegando che la compagnia avrebbe fatto il possibile per affrontare le tematiche che sarebbero state confidate e in alcuni casi si sarebbero rivolti a degli esperti per affrontare domande che avessero avuto la necessità di un’attenzione specifica o professionale.

Le risposte sono arrivate numerose e tutto l’impianto scenico si è modulato attorno ai materiali ricevuti. La drammaturgia che ne è risultata affronta delle tematiche importanti come depressione e suicidio, e lo fa con la consapevolezza (e la sensibilità) di chi si è messo realmente in ascolto, senza filtri e senza giudicare.

Non so se questo tipo di esperienza sarebbe esportabile al di fuori del contesto nel quale è nata (intendo sia il contesto anglosassone, sia il contesto relativo alle persone alle quali si è rivolta la domanda). Un cosa è certa iniziare a creare a partire da una domanda diretta e precisa rivolta al proprio pubblico mi sembra una sfida davvero stimolante!

E voi cosa chiedereste al vostro pubblico per raccogliere idee sulla vostra prossima drammaturgia?

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