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American Sniper (2014) | il personaggio e il suo passato

In questo articolo analizzo le caratteristiche del protagonista di American Sniper (2014) diretto da Clint Eastwood per realizzare alcune considerazioni sul ruolo del passato nella costruzione di un personaggio drammatico.

Prima di iniziare, sapete che cosa è una scheda del personaggio? È un testo preparatorio (e di ricerca) attraverso il quale delineate le caratteristiche dei personaggi presenti nella vostra storia. La scheda personaggio (o biografia) non ha una forma fissa, la potete scrivere come più vi piace e corredarla a volte di immagini, documenti, racconti, link, etc.

All’interno di questo documento rispondente a delle domande fondamentali sul personaggio al centro della vostra storia (ma dovreste farla per tutti i personaggi). Domande del tipo: come si chiama? Quanti anni ha? Chi sono i suoi amici? Fino alla fondamentale: quali sono gli eventi del passato che lo definiscono come personaggio drammatico?

Boom!

E adesso che ho lanciato la domanda bomba cambio di argomento.

American Sniper (2014) si apre con una scena ambientata a Falluja in Iraq.

Chris Kyle (Bradley Cooper) è un cecchino dell’esercito americano che ha il compito di difendere l’avanzata delle truppe tra le strade della città devastata dalla guerra. 

Chris osserva la situazione attraverso il mirino del suo fucile di precisione. Ad un certo punto nel suo campo visivo appaiono una donna e un bambino. La donna consegna al bambino un oggetto, Chris crede che si tratti di un ordigno. 

Goat, il soldato che assiste Chris in questa missione gli ricorda che in caso errore, nel caso in cui dovesse uccidere un bambino innocente, per lui ci sarebbe la corte marziale. 

Il bambino inizia a correre in direzione delle truppe americane. Chris è indeciso se premere il grilletto oppure no. Sono corrette le sue intuizioni? Sta per uccidere un piccolo innocente? O sta rischiando che i suoi commilitoni subiscano un attacco?

A questo punto del film c’è un lungo flashback che ci presenta alcuni episodi della vita di Chris Kyle. Vediamo i momenti della sua giovinezza. Lo vediamo mentre compie una battuta di caccia assieme a suo padre. Ripercorriamo la sua educazione e i valori impartiti dalla famiglia. Assistiamo ai momenti salienti della sua formazione come persona, al suo senso di lealtà, alla sua ricerca di un amore sincero.

Tutti questi ricordi ci fanno comprendere ancora più a fondo il dilemma morale nel quale si trova Chris: capiamo che, data la sua storia, data la sua natura, visto il suo passato, Chris non si perdonerà mai il fatto di aver ucciso un innocente o di aver permesso che un suo compagno venga ucciso per colpa sua. Chris sente su di sé la responsabilità morale ed esistenziale di compiere la scelta giusta. La sua vita è segnata dalla inconciliabile dicotomia tra lealtà e giustizia, tra affetti e senso del dovere.

La scena ritorna a Falluja. Chris osserva nel mirino il bambino che corre verso i convogli americani. Chris è indeciso se premere il grilletto oppure no. Adesso il pubblico comprende che in quella azione (sparare oppure no) c’è in gioco tutto ciò in cui il personaggio crede e ha sempre creduto.

“Nel mondo esistono solo tre tipi di persone, Chris. Le pecore, che non sanno proteggere. I lupi che fanno male agli altri. E infine i cani a guardia del gregge che proteggono i deboli e fanno ciò che è giusto fare.” Non sono pensieri miei, ma del padre di Chris, che rafforza il discorso ribadendo: “In questa casa non alleviamo Pecore e Lupi”.

Capite il peso di quel passato?

L’azione che il personaggio sta per compiere (sparare o non sparare, questo è il problema) emerge con tutto il suo carattere conflittivo, Chris vorrebbe difendere i suoi commilitoni, Chris vorrebbe preservare la vita del bambino, Chris vorrebbe fare la cosa giusta. Il suo passato è lì, presente nella sua mente (e in quella del pubblico) per ricordare la complessità della sua scelta, per mettere in luce l’ambiguità del momento. In poche parole i ricordi di Chris complicano il suo presente.

Questo potrebbe essere un significato di “elemento conflittivo”, ovvero elemento che complica una determinata situazione.

Boom!

E adesso riprendo il discorso da dove lo avevo interrotto.

Non so se vi è mai capitato di scrivere una scheda del personaggio (o biografia) allo scopo di comprendere a fondo chi si muove all’interno della vostra storia. A volte queste schede personaggio si dilungano per pagine e pagine, dove vengono riportati gli eventi principali del passato del protagonista e dei personaggi in generale.

Le schede del personaggio sono delle ricerche molto interessanti e importanti che fissano nella mente dell’autore/autrice l’identità e le caratteristiche di ciascun personaggio, ma bisogna stare attenti a non innamorarsi troppo di queste ricerche. Quando arriva il momento di tradurre in sceneggiatura le nostre intuizioni queste ricerche vanno in gran parte abbandonate, ma purtroppo spesso accade che rimaniamo legati ad alcuni dettagli e ad alcune idee che invece di liberare il potenziale creativo delle nostre storie, ci zavorrano e ci limitano.

Capite di cosa sto parlando? Sto parlando di quei dettagli sulla vita dei vostri personaggi, dettagli che avete lungamente lavorato e che per voi sono fondamentali, ma che alla resa dei conti non centrano più nulla con il vostro progetto. Solitamente siete coscienti che quei dettagli non hanno più spazio all’interno della sceneggiatura MA voi non riuscite proprio a passare oltre e siete disposti a rovinare delle intere sequenze invece di rinunciare alle vostre immagini feticcio.

A volte, il caso vuole, che sia proprio la prima idea/immagine che avete avuto che dovete abbandonare. Vi è mai capitato? Ma sopratutto, si capisce cosa sto cercando di dirvi? Sto parlando della situazione in cui avete confuso il piacere della ricerca con il dovere di far funzionare delle scene.

Il mio consiglio in questi casi è quello di non confondere l’impalcatura con la casa. Per quanto sia bella e geniale la conformazione del vostro cantiere, il vostro obiettivo non è costruire impalcature meravigliose, ma delle buone case dove abitare. Traducendo la metafora: la scheda del personaggio è l’impalcatura, la sceneggiatura è la casa.

QUINDI la scheda del personaggio (così come tutte le moodbard, le backstories, etc.) servono per essere buttate. Il 99% di quello che avete prodotto nella ricerca va buttato. Trust me.

Avete scritto una biografia del personaggio talmente bella da essere una sorta di romanzo breve? Sono contento per voi, ma va quasi tutta buttata. Il vostro obiettivo è scrivere una sceneggiatura, non un romanzo breve. A meno che non vogliate cambiare genere o mestiere.

Una domanda interessante potrebbe essere: come faccio a riconoscere cosa tenere del lavoro fatto durante lo sviluppo della scheda del personaggio? Se devo buttare via il 99% come faccio a riconoscere l1% da tenere?

Per capire cosa tenere per prima cosa chiedetevi: Che cosa vuole il protagonista? Che scelte deve affrontare? In che situazione si trova? Poi chiedetevi: che elementi del passato COMPLICANO il suo presente?

Boom!

A questo punto dell’articolo passo ad un finale bizzarro.

American Sniper (2014) si apre con una scena ambientata a Falluja in Iraq.

Chris Kyle (Bradley Cooper) è un cecchino dell’esercito americano che ha il compito di difendere l’avanzata delle truppe tra le strade della città devastata dalla guerra. 

Chris osserva la situazione attraverso il mirino del suo fucile di precisione. Ad un certo punto nel suo campo visivo appaiono una donna e un bambino. La donna consegna al bambino un oggetto, Chris crede che si tratti di un ordigno. Il bambino inizia a correre in direzione delle truppe americane. Chris è indeciso se premere il grilletto oppure no.

A questo punto del film c’è un lungo flashback che ci presenta alcuni episodi della vita di Chris Kyle. Ricorda quando da piccolo è stato bullizzato da un bambino proprio uguale a quello che sta per compiere il presunto attentato, ma soprattutto ricorda tutte le volte che NON ha provato empatia nei confronti del genere umano.

Boom!

Il passato di Chris facilita la sua scelta, per questo non c’è dramma per lui, ma solo per il ragazzino in questo caso.

Boom!

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