Dialoghi e sottotesto in sceneggiatura + un esercizio pratico
In questo articolo vi propongo delle riflessioni sui dialoghi e sul sottotesto in sceneggiatura. L’articolo si conclude proponendo un esercizio utile per aggiungere sottotesto ai vostri dialoghi in sceneggiatura.
Qualche giorno fa ho ricevuto questo messaggio: “Ciao Alessandro! Sono un fan del tuo blog e volevo chiederti se mi puoi dare qualche dritta sul sottotesto nei dialoghi. Un saluto! Gary”
Sono stato molto felice di ricevere questo messaggio tanto che ho risposto subito: “Ciao Gary, grazie per avermi scritto. Finisco un paio di lavori pagati e poi ti rispondo. Mi faccio sentire io, tranquillo”.
Ovviamente non ho più scritto a Gary, come potete ben immaginare 🙂 😀
La domanda di Gary però ha stimolato le mie riflessioni, quindi eccomi qua a scrivere questo articolo. Prima di iniziare definiamo che cosa è il sottotesto in un dialogo: si tratta dell’insieme di significati impliciti presenti all’interno di un dialogo, ovvero i significati che si nascondono al di là delle parole e che rimandano probabilmente al vero significato del dialogo. Complicato vero?
Avete presente quando chiedete a qualcuno: “Ciao, come stai?” e quello risponde: “Si, dai. Abbastanza.”?
A meno che non siate in deficit di empatia e di neuroni specchio, quel “Si, dai. Abbastanza.” significa: “È un periodo orrendo. Ti prego salvami!”. Quello è il sottotesto.
ALE “Ciao, come stai?”
GARY “Si, dai. Abbastanza.”
ALE “Sono contento! Stammi bene allora.”
Che tradotto da testo a sottotesto significa:
ALE “Per convenzione sociale ti saluto e ti chiedo come stai.”
GARY “Sto vivendo un periodo orrendo ti prego salvami!”
ALE “Non angosciarmi con le tue pare.”
A volte, quando scriviamo un dialogo in sceneggiatura, soprattutto durante le prime stesure abbiamo la sensazione che le battute dei nostri personaggi siano poco verosimili, coinvolgenti, innaturali. Questo è probabilmente perché manca sottotesto, ovvero manca il livello interpretativo delle battute.
Ricorda: il ruolo dello sceneggiatore e della sceneggiatrice è quello di suggerire e non di dire, di evocare e non di indicare. Tradotto: hai bisogno che il pubblico interpreti quello che accade nella scena perché la scena funzioni. Il sottotesto serve a questo a mantenere attivo il pubblico.
Una domanda che ti stai ponendo: “Ma avviserai Gary della pubblicazione di questo articolo?”, risposta: “No” 🙂 😀
Altra domanda: “Come faccio a rendere i miei dialoghi evocativi e ricchi di sottotesto?”, risposta: “Se avessi la soluzione avrei già pubblicato un libro venduto in milioni di copie”.
Ti propongo qui delle possibili risposte, che non sono assolutamente esaustive, ma che possono aprire ad un dibattito e ad altre riflessioni. Per fare emergere il sottotesto (il significato) è necessario che il testo (il dialogo) segua alcuni principi. Quelli che seguo, solitamente, sono i seguenti:
1) le parole sono azioni, e come ogni azione innescano delle conseguenze e perseguono degli obiettivi. Per trasformare le battute dei tuo dialoghi in azioni cerca di collegare ad ogni battuta un verbo che denoti un’azione o una reazione. Ad esempio: ALE dice a GARY di essere uno stalker, è diverso da ALE accusa GARY di essere uno stalker. Altro esempio: GARY dice a ALE di essere uno stalker, è diverso da GARY confessa ad ALE di essere uno stalker. Come vedi “accusare” e “confessare” sono sinonimi di “dire”, ma danno una chiara intenzione alle battute. Chi pronuncia quelle battute vuole qualcosa!
2) le battute devono essere motivate, ricorda il famoso proverbio: “Se il cavallo avesse qualcosa da dire, parlerebbe”. Perché il cavallo non parla? Perché non ha nulla da dire. E allora perché il tuo personaggio parla? Perché vuole comunicare qualcosa e il mezzo migliore per farlo sono le parole. Se il tuo personaggio non ha nulla da dire, non farlo parlare, al massimo fallo nitrire.
3) approfondisci le intenzioni che muovono le battute, questo punto è uno tra i più delicati. Ti sei accorto che le persone non dicono quasi mai esattamente quello che vogliono o quello che pensano? E che spesso mascherano i loro reali pensieri parlando di qualcos’altro? Le persone non dicono quasi mai: “Ho bisogno di vederti per vomitarti addosso tutti i problemi che mi angosciano in questo periodo e chiederti dei consigli che non ascolterò perché non voglio soluzioni ma solo crogiolarmi nel mio dolore” bensì dicono: “Ci beviamo un caffè uno di questi giorni?”. Se hai ben presente quali sono le intenzioni profonde che muovono le battute presenti nel dialogo, ti sarà più facile capire la necessità di mascherare, glissare, alludere, evitare, insinuare, etc. insita in ogni punto della conversazione.
4) fai parlare il corpo, le azioni e il contesto, ovvero non limitarti alle parole. Il sottotesto (significato) e il testo (il dialogo) si arricchiscono di ritmo e di livelli interpretativi quando oltre alle parole parlano i corpi, i silenzi, le azioni e il simbolismo presente nel contesto. Solitamente quando ho concluso la stesura di un dialogo rivedo battuta per battuta chiedendomi: “Servono tutte queste parole?”, “Posso sostituire questa battuta con una azione?”.
Versione 1
GARY “Ciao Alessandro! Sono un fan del tuo blog e volevo chiederti se mi puoi dare qualche dritta sul sottotesto nei dialoghi.”
ALE “Ciao Gary, grazie per la domanda. Finisco un paio di lavori pagati e poi ti scrivo. Mi faccio sentire io, tranquillo.”
Versione 2
GARY “Ciao Alessandro! Sono un fan del tuo blog e volevo chiederti se mi puoi dare qualche dritta sul sottotesto nei dialoghi.”
ALE “Ci conosciamo?”
Versione 3
GARY “Ciao Alessandro! Sono un fan del tuo blog e volevo chiederti se mi puoi dare qualche dritta sul sottotesto nei dialoghi.”
ALE nitrisce e si allontana galoppando.
Arriviamo al clou, l’esercizio sul sottotesto.
Ho ideato per te un esercizio nel quale sviluppo un dialogo cercando di evitare ogni tipo di sottotesto e mettendo nelle battute dei personaggi i loro pensieri e motivazioni più espliciti. Come vedrai il dialogo risulta totalmente privo di ritmo e di verosimiglianza. Il tuo compito sarà quello di nascondere le motivazioni sotto la maschera di un dialogo ricco di sottotesto. Ti va di provare?