Jeffrey Dahmer, vamos de tapas?
In questo articolo presento le mie riflessioni sulla serie Netflix Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer.
Forse non tutti sapete che ho vissuto per circa 10 anni in Spagna, una terra che ho amato anche per la sua cucina particolarmente eclettica.
Hey, scusa, ma questo articolo non dovrebbe parlare del pluriomicida Jeff Dahmer.
Aspetta un secondo. Ci arrivo. Hai mai mangiato delle tapas in un baretto andaluso o madrilenyo? È una bella esperienza di eclettismo culinario. In uno stesso pasto puoi assaggiare: frittura di pesce, patate con salsa all’aglio, salsiccette piccanti, alici marinate e morcilla (dio quanto mi manchi!!! È buonissima!!!) ovvero il sanguinaccio (mmm!!!).
Insomma sul tavolo trovi di tutto un po’. Carne, pesce, verdure, … e puoi accompagnare queste prelibatezze con una cerveza, un vino tinto o lo que te da las ganas (quello che ti pare).
Ti è venuta fame? O sei semplicemente curioso di sapere qual è il collegamento tra la salsiccia di sangue nero (la Morcilla, mmm, deliziosa!) e l’odioso serial killer Jeffrey Dahmer?
Andiamo al punto!
Ho visto questa serie prodotta da Netflix nel 2022 e ho avuto la sensazione, dopo aver visto i 10 capitoli, di essere passato attraverso una varietà di emozioni e di visioni spesso distanti tra di loro, ma che hanno saputo comunque saziarmi come spettatore.
Nel concreto: il primo episodio della serie “Episodio uno” è un thriller piuttosto crudo, che in alcuni momenti ammicca all’horror. Dentro ci ho trovato angoscia, senso di pericolo, suspense e mi sono creato una precisa aspettativa su questo prodotto che viene presentato come “thriller”.
Dopo questo primo assaggio ho creduto che la storia di Jeff Dahmer fosse quella di un killer spietato e lucido, che semina il panico tra la popolazione, ma sfugge all’occhio della legge grazie al suo acume.
Però, però, porompomperoperò.
Andando avanti con gli episodi scopro che, il buon Jeff, in realtà, è uno scemotto picchiatello ed egocentrico. Un tipo con poco sale in zucca. Gran parte degli episodi centrali infatti ci portano con imbarazzo davanti ad una buffa carneficina che è sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno vuole vedere.
Questi episodi centrali mi sono sembrati grotteschi, quesi comici. Non sapevo più scemo il padre o il figlio… Mi son piaciuti, eh? Ma avevo la sensazione di essere passato dalla ferocia del primo episodio a qualcosa di totalmente diverso.
In alcuni episodi ho provato una strana compassione per questo idiota, ho provato pietà per il padre e per le vittime… poi all’improvviso mi sono ritrovato senza rendermene conto immerso in una vicenda di denuncia sociale.
“Puoi uccidere chiunque se questa persona è invisibile agli occhi della società.”
Queste parole sembra suggerirci il personaggio di Glenda Cleveland, la vicina di casa di quella t.d.c. di Jeff, ignorata dalle autorità perché fondamentalmente la sua vita e quella delle vittime di questa storia non contavano nulla.
Glenda l’ha ripetuto più volte: “Che c***o stai facendo J.D.?” Ma nessuno l’ha ascoltata. Perché la sua vita non contava nulla.
Ho, infine trovato straziante, l’episodio 6 “Ridotto al silenzio” che vede come protagonista l’aspirante modello sordomuto “Tony” che si innamora della persona sbagliata… spoiler: ovvero di Jeff.
In conclusione, questa serie è una bella abbuffata di generi, molto diversi e distanti tra loro, che portano avanti questa tendenza delle serie (e dei film) a essere sempre più eclettici.
Questa diversità a me piace, perché è spiazzante e mantiene viva la mia attenzione. Il passaggio tra questi vari ambienti emotivi nel caso della serie Dahmer – Mostro è gestita proprio come un surtido de tapas, ovvero con calma, ti devi gustare i piatti uno alla volta, senza fretta, rinfrescando il palato con una bevanda fresca quando passi tra una portata e l’altra … perché certi sapori hanno bisogno di tempo per essere apprezzati.
E comunque Jeff avrebbe apprezzato il sanguinaccio detto anche morcilla (che è buonissima e schifosissima allo stesso tempo!).