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Lo chiamavano Jeeg Robot | che cosa sono le sequenze?

In questo articolo introduco il concetto di “suddivisione in sequenze” attraverso un’analisi delle scene d’apertura (i primi 5 minuti) del film Lo chiamavano Jeeg Robot (2016) di Gabriele Mainetti.

Prima di analizzare il film introduciamo un concetto fondamentale: che cos’è una sequenza? È un insieme di scene caratterizzate da uno stesso tema e/o da un medesimo conflitto o azione. Possiamo considerare le sequenze come dei capitoli tematici che compongono la vostra storia… se la vostra sceneggiatura fosse un romanzo le sequenze sarebbero i paragrafi o i capitoli. È chiaro il concetto?

IMPORTANTE: le sequenze non appaiono in sceneggiatura, non sono segnalate da nessun elemento formale, infatti nello script distinguiamo solo le scene, MA la suddivisione in sequenze è molto utile in fase di pianificazione della sceneggiatura o di sua revisione / analisi. Esistono delle teorie di costruzione delle sceneggiature basate su modelli di 8 sequenze o 19 sequenze. In questo articolo mi soffermo sul concetto base: sequenza come unità tematica che compone la storia.

Adesso rivediamo i primi 5 minuti di questo strepitoso film di Gabriele Mainetti. Il lungometraggio si apre con due sequenze, prima della sigla iniziale, che presentano il protagonista Enzo (Claudio Santamaria) e l’incidente scatenante del film.

Noterete come le caratteristiche salienti del personaggio, dettagli della sua storia, il conflitto che sta vivendo e la premessa drammatica che caratterizzerà l’intera sceneggiatura vengono presentati in questi primi istanti attraverso azioni, suoni, movimenti e pochissimi dialoghi. Un lavoro davvero interessante e coinvolgente!

IMPORTANTE: la divisione delle scene si realizza (nel 90% dei casi) per convenzione ogni qual volta c’è un cambiamento di spazio o di tempo; la suddivisione in sequenze può essere soggetta a diverse interpretazioni, ma tendenzialmente si può individuare ogni volta che c’è una sostanziale modifica nel conflitto o nel tema dominante.

SEQUENZA I (la fuga)

(osservate come le caratteristiche del protagonista e il contesto all’interno del quale si svolgerà il dramma vengono presentati attraverso un’azione conflittiva: la fuga di Enzo)

  1. Le prime immagini forniscono l’ambientazione dell’azione: le strade intricate di Roma in un tranquillo tramonto di primavera / estate. Il canto delle rondini viene accompagnato dal respiro affannoso del fuggiasco (contrasto: la calma del tramonto con l’agitazione del respiro).
  2. Enzo scappa per i vicoli, mentre una moto da cross, sulla quale ci sono due poliziotti, lo insegue (il protagonista è in una chiara situazione di pericolo e di urgenza).
  3. Già dalle prime immagini individuiamo in Enzo un malvivente e negli inseguitori le forze dell’ordine (gli inseguitori non indossano la divisa, ma esibiscono la classica paletta in dotazione a Polizia / Carabinieri) non viene fornita nessuna spiegazione sul motivo dell’inseguimento, ma essendo il protagonista appiedato, disarmato, solo e vestito con abiti modesti e anonimi (jeans, felpa nera, barba incolta) possiamo intuire che la causa delle azioni sia il piccolo furto di un ladruncolo e non il sofisticato colpo di un criminale organizzato.
  4. Enzo riesce a distanziare gli inseguitori intrufolandosi in una manifestazione pacifista (contrasto tra la violenza della situazione e l’argomento della manifestazione).
  5. Enzo attraversa il ponte che conduce a Castel Sant Angelo. Una volante gli blocca la via d’uscita mentre i due poliziotti, scesi dalla motocicletta, gli sono alle calcagna (il protagonista sembra senza via d’uscita, cresce la tensione).
  6. Enzo scende verso la sponda del Tevere e trova rifugio, grazie alla sua abilità di scassinatore, all’interno di una isolata chiatta galleggiante (la fuga del protagonista diviene sempre più complessa in quanto risulta evidente che la chiatta sarà il primo luogo che verrà perquisito dagli investigatori. Non ci sono vie di fuga, a parte il fiume).
  7. Enzo osserva i poliziotti che si avvicinano al suo nascondiglio e capisce di essere in trappola. I due poliziotti entrano nel vano nel quale Enzo si nasconde, ma non lo trovano. Enzo si è portato all’esterno dell’imbarcazione, spalle al muro, il fiume davanti al lui. Si sentono i passi dei due poliziotti che si avvicinano sempre di più, ma alla fine Enzo riesce a salvarsi immergendosi nelle acque del fiume. I due poliziotti rinunciano alla ricerca del fuggitivo. (risoluzione positiva del conflitto, il protagonista è salvo)

SEQUENZA II (il contagio)

(durante questa sequenza viene presentato attraverso azioni e immagini l’incidente scatenante che caratterizzerà le vicende del protagonista. Osservate come il cambio di status del protagonista, da ladruncolo a potenziale super eroe, viene presentato in assenza di dialoghi e solo attraverso elementi visivi lasciando allo spettatore l’interpretazione di ciò che è accaduto e la previsione di ciò che accadrà)

  1. Enzo finalmente in salvo si muove con cautela nelle acque del Tevere mantenendosi ai lati della chiatta. Cerca il punto più consono per risalire a bordo dell’imbarcazione. Il suo piede poggia su dei bidoni gialli immersi nel fondale.
  2. Enzo prende uno slancio per risalire in superficie, ma la pressione del suo movimento sfonda il coperchio di uno dei bidoni. Enzo affonda risucchiato da un liquido scuro. Le acque attorno alla chiatta diventano torbide. (il protagonista è in pericolo).
  3. Enzo riemerge sputando il liquido scuro. Tossisce e rigetta liquido nero. Si allontana correndo lungo l’argine. Vediamo i bidoni immersi sott’acqua: presentano il simbolo di elementi radioattivi o tossici. (il protagonista è stato contaminato).

SEGUE SIGLA poi SEQUENZA III (la malattia e la rinascita)

Si tratta di una serie di scene nelle quali viene presentata la condizione in cui riversa il protagonista a causa del contagio, la sua convalescenza e il risveglio che coincide non solo con la sua guarigione, ma anche con l’incontro con quello che sarà il suo grande amore: Alessia (Ilena Pastorelli).

Se dovessimo suddividere questa sequenza in scene, secondo la divisione prevista in sceneggiatura vedremo:

  1. Enzo sull’autobus continua a sputare il liquame oscuro che ha inghiottito, si sente debole.
  2. Enzo giunge a Tor Bella Monaca e si dirige claudicante verso casa camminando tra le case popolari.
  3. In casa Enzo soffre le conseguenze della sua intossicazione (vomita, è febbricitante, diviene catatonico, …).
  4. Al mattino, Enzo si risveglia, si rinfresca il viso, fa colazione, si veste ed esce di casa (questa scena può essere ulteriormente suddivisa in quanto presenta diversi ambienti all’interno della casa e fuori dalla casa).
  5. Bussa alla porta del vicino e intravede Alessia.

La SEQUENZA IV presenta il personaggio dello Zingaro (Luca Marinelli) e del suo piano criminale.
Come potete notare, sequenza dopo sequenza la storia avanza e si complica. Per voi come sceneggiatori e sceneggiatrici può risultare interessante comprendere quali momenti “tematici” attraversa la vostra storia e con quante scene affrontate ognuna di queste fasi.

La suddivisione in sequenze e in scene può infatti mettere in luce gli equilibri e i ritmi all’interno della vostra sceneggiatura indicando eventuali rallentamenti o accelerazioni. Vi è stata utile questa riflessione?

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